Pregiudizi antiebraici dal Trecento al Cinquecento

Lo storico ligure Girolamo Rossi narra che nei pirimi decenni del XIV secolo, a seguito di una serie di eventi calamitosi (tra cui una prolungata siccità), che precedettero la grande epidemia di peste bubbonica del 1348, nota come la peste nera, nella contea di Ventimiglia si sparse la voce che la circostanza fosse imputabile alla presenza degli Ebrei. Dovette intervenire Papa Clemente V con una apposita bolla per smentire una simile diceria ed invitare i credenti ad un un più opportuno atteggiamento di tolleranza. Ciò nondimeno il pregiudizio fu duro a morire e in diversi momenti nel resto d’Europa la popolazione ebraica continuò a subire discriminazioni e persecuzioni. In occasione del disastroso terremoto che colpì la città di Ferrara nel novembre 1570, la preziosa e dettagliata testimonianza dell’ebreo locale ‘Azaria de’ Rossi sull’avvenimento rappresenta uno dei documenti storici più importanti sulle vicende telluriche italiane. Il terremoto e il conseguente ozio forzato,  consentirono al de’ Rossi di scrivere un’opera di notevole spessore sulla cronologia ebraica che suscitò scalpore nelle cerchie ortodosse della diaspora. Il testo, intitolato Lume degli Occhi (“Me’orenaym”), contiene una revisione critica di alcuni elementi storici di tradizione rabbinica, ed usa come materiale di confronto gli scritti del giudeo-alessandrino Filone e persino testi cristiani. Il de’Rossi fu uno dei protagonisti del pensiero ebraico che dalla Ferarra estense alla Praga del Maharal, dalla Venezia seicentesca alla Firenze della qaballah cristiana contribuì a suo modo alla stagione rinascimentale non solo ebraica. E ciò in un periodo in cui la minoranza ebraica era quasi ovunque discriminata e relegata. Ma qualcosa di nuovo si avvertiva. Così come la Chiesa del Trecento aveva messo in guardia contro i pregiudizi antigiudaici, in occasione di calamità, anche nella Cristianità del ‘500, si faceva strada un diverso atteggiamento nei confronti degli Ebrei. Il caso eclatante viene dalla risposta che al Papa Pio V diede il nunzio apostolico ferrarese a proposito di una presunta opinione comune che il terremoto di Ferrara fosse causato dalla presenza in quella città di “giudei e marrani”: “Beatissimo Padre, ne’ giudei ne’ marrani han causato il terremoto, essendo cosa naturale”.

Casalino Pierluigi

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