8 marzo. Riflessioni di Laura Marabello

L’ 8 marzo non può consistere in una tradizionale celebrazione un po’ ripetitiva e sotto molti aspetti retorica della femminilità. Dietro l’offerta di mimose e le stucchevoli galanterie, espressioni di un consumismo privo di sensibilità, si cela infatti l’incapacità di un autentico e consapevole omaggio alle virtù delle donne, virtù da non lasciare agli stereotipi di maniera, ma da promuovere con la profondità del cuore. Non a caso Laura Marabello, presidente delle pari opportunità, ricorda il sacrificio di Alessia, una bimba di 11 anni, sottratta dalla violenza alla vita nel 2014. Coloro che si ricordano delle donne solo in questa data dovrebbero dunque riflettere sulle parole della Marabello, che, anche per esperienza personali, ha conosciuto le sofferenze della vita. Marabello, madre, ricorda agli uomini tutti il valore delle madri, delle figlie, delle sorelle e delle spose, come patrimonio indivisibile dell’umanità. Se le donne, con un antico adagio, sono identificate nell’altra metà del Cielo, è anche vero che nella visione provvidenziale di Dio si uniscono in piena sintonia la paternità e la maternità. Proprio per rispetto di questa immagine divina, oggi come ogni giorno, sembra dirci la Marabello, donna e uomo devono ritrovare quell’antica armonia che stava alla radice delle generazioni. La donna non è dunque solo un fiore da cogliere, ma un prezioso regalo di Dio alla solitudine dell’uomo. In tutto questo sta il messaggio di Alessia che Laura Marabello desidera lanciare ad un mondo distratto e infelice.
Pierluigi Casalino