ISLAM IN BRICIOLE

ISLAM IN BRICIOLE
Agiscono forse con minor clamore dei radicali, ma certo con uno spirito più costruttivo. Sono i cosiddetti “nuovi pensatori dell’Islam”. Gli esponenti di questa nuova scuola, peraltro con univoca, mirano a ricostruire il pensiero religioso musulmano, ricorrendo alle moderne conquiste delle scienze umane. Un compito non facile, dal momento che molti di essi subiscono spesso persecuzioni da parte dei governi al potere nei loro Paesi. Fra questi l’iraniano Abdul Karim Soroush, che afferma che l’Islam puro non esiste e che “l’Islam è esso stesso un seguito di interpretazioni dell’Islam originario, come il Cristianesimo è un seguito di interpretazioni del Cristianesimo”. E’ soprattutto sul piano pratico, però, che l’Islam potrebbe cambiare. Anche sul terreno della ricerca della spiritualità autentica l’immagine di religione armata di una parte dell’Islam contemporaneo potrebbe essere ridimensionata in futuro. Analogamente l’Islam politico, anche quello tradizionale e nazionalistico, potrebbe trasformarsi in qualcosa di più dinamico, liberandosi dal peso delle proprie contraddizioni. Verrebbe così meno l’impressione di rappresentare un pericolo per la sicurezza internazionale. Il clima della guerra fredda ha strumentalmente evocato i demoni del fanatismo, impoverendo lo spirito profondo della religione del Libro. Negli Anni Sessanta le ragazze del Cairo portavano disinvoltamente la minigonna in pubblico e le prevalenti manifestazioni religiose si identificavano nelle ribat o confraternite. Oggi le apparenti libertà dei costumi restano confinate soprattutto in qualche area limitata, dove cominciano tuttavia a soffiare i venti del verbo fondamentalista. Occorre inoltre evitare il rischio che l’Occidente combatta l’Islam nel suo complesso, confondendolo con il terrorismo. Casalino Pierluigi, 17.08.2010.