Samuel Pallache ad Oneglia

 

Dell’uomo dei tre mondi, il pirata e spia ebreo marocchino, agente del Sultano del Marocco, Samuel Pallache, ho parlato in un mio precedente intervento, ricordandone il passaggio ad Oneglia nel corso delle sue speciali missioni in Europa. All’enigmatico personaggio ho dedicato pure, a suo tempo, una mia specifica nota su altra rivista sul web.Tre fedi, due continenti, cinque paesi, Samuel Pallache fu dunque ebreo di origini ispano-andaluse, figlio di un rabbino di Cordova(rifugiatosi in Marocco dopo la cacciata degli ebrei dalla Spagna nel 1492), nativo di Fez, ambasciatore del Sultano sadiano al Nasir del Marocco, poi spia e agente segreto marocchino, anche a servizio degli spagnoli, mercante, agente doppio ad Amsterdam e infine prigioniero a Londra, dove fu accusato di pirateria. Ebreo, ma anche «barbaro» e africano e cattolico in Spagna, protestante altrove, Samuel seguì le strade della diaspora sefardita, senza mai integrarsi davvero nella comunità ebraica olandese, e attraversò più volte i confini di un’Europa in guerra, divisa tra cattolici e protestanti, cambiando fede, lingua e identità con la stessa facilità con cui cambiò abiti e protettori. L’uomo dei tre mondi compì, soprattutto, nell’attraversare Oneglia, un riuscito esperimento di «microstoria globale», un’appassionante complessità individuale tra intrighi e azione diplomatica, aperta ai grandi temi della «global» e «connected history”, restituendoci, in tale contesto, un’immagine vivace e sorprendentemente cosmopolita dell’Europa del Seicento, dei suoi scontri di potere e delle sue alleanze. Sullo sfondo il Marocco dei sultanati, nel punto più alto della sua ricchezza e influenza in Europa, la Spagna di Filippo III, le comunità ebraiche di Fez e di Amsterdam, l’Inghilterra che si scopre potenza mercantile e tutto un mondo di mercanti, spie, contrabbandieri che si muove lungo l’asse atlantico dall’Africa all’Europa. Ad Oneglia, Pallache era giunto per mare, imbarcandosi da Nizza, sempre sulla linea dei dominii sabaudi, evitando Porto Maurizio per non farsi riconoscere come agente spagnolo. In realtà Pallache non era del tutto privo di protezione da parte delle autorità sabaude, dal momento che nella sua breve e fugace apparizione a Nizza aveva fornito informazioni alla locale giurisdizione su sospetti agenti stranieri in zona: all’epoca, intanto, il connubio strategico tra Londra e Torino era appena avviato segretamente in una sorta di cambio di alleanze nel Mediterraneo e Pallache, in un certo senso, ne fu interprete. Non fu un caso poi che ad Oneglia Pallache riuscisse a farsi accreditare come agente del Sultano del Marocco in vista di uno scambio di favori tra quest’ ultimo e il Duca di Savoia. Se pur la presenza di Pallache ad Oneglia fosse stata piuttosto breve, a causa della sua necessità di raggiungere al più presto Amsterdam, la circostanza gli consentì di lasciarsi alle spalle una fitta rete di informatori. In tale ordito si distinguevano molti olandesi (ai quali Pallache era molto legato), i quali, dopo la sua morte, saranno operativi durante la Guerra dei Trent’anni, concentrandosi nei dintorni della città, specialmente intorno a Moltedo, da tempo noto luogo d’elezione di movimenti spionistici, come ricordato in altra occasione.
Casalino Pierluigi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *