Ebrei nel Ponente ligure

Negli ultimi decenni del XV secolo, dopo la cacciata dei mori da Granada e la fuga degli ebrei dalla Spagna, anche Nizza, Sanremo, Oneglia, Porto Maurizio e in misura rilevante Genova videro l’afflusso discreto, rado, ma costante di quegli ebrei spagnoli che, nell’esodo non si fermarono in Provenza. Da Oneglia passò, tra l’altro, certo Giuseppe Ebreo che presto si trasferi’ a Genova e là assunse incarichi, al pari di una famiglia chiamata Sdraffa, che assai probabilmente significava sefardita, in quanto proveniente dalla Spagna, la quale si trattenne a Porto Maurizio per poi dirigersi a Genova e a Roma. Alcuni di costoro, detti marrani, vennero individuati come “giudeizzanti”e “figli di Abramo” (una minoranza di loro si converti’ al cristianesimo, non si sa però quanto sinceramente). In parte dediti ad attività mercantili e creditizie, gli ebrei spagnoli o sefarditi (cioè originari della Spagna) non mancarono di conservare speciali rapporti con i loro confratelli provenzali, consolidando i contatti con quelli già spostatisi a Genova e soprattutto nella Livorno medicea, centro di scambio con gli altri ebrei del Levante, residenti nei domini ottomani. Se la fortuna dell’Oneglia, ancora genovese e più tardi sabauda (e, tutto sommato, della stessa Porto Maurizio), coincise con le attività di banchieri ebrei, nondimeno, analogamente, la buona sorte arrise anche all’astro nascente dell’onegliese Andrea Doria, il quale trasse vantaggi dalle mediazioni degli ebrei con i turco barbareschi; a Porto Maurizio si era fermato, peraltro, un piccolo gruppo di sefarditi, che, peraltro, si divisero e si mossero rispettivamente verso la Corsica e verso il Regno di Napoli, anche per raggiungere la Tunisia. Fu soprattutto nel ‘600, tuttavia, che la presenza ebraica di origine sefardita in Liguria andò crescendo di numero e di occupazioni svolte. Se a Sanremo e nel Ponente ligure la presenza ebraica era stata sempre prevalentemente di origine nordeuropea o centro europea, e comunque risalente al XII e XIll secolo (non essendo ormai più individuabile o quantificabile quella di epoca romana, altomedievale o maghrebina, salvo che a Genova), nel resto del Ponente il filone ebraico si ricondurrà invece al gruppo spagnolo. A Sanremo, Alassio, Laigueglia, Oneglia, Porto Maurizio, Noli e Savona, secondo studi compiuti negli ultimi decenni del XX secolo, si erano già formate anche sinagoghe private o luoghi di culto e di preghiera generalmente occasionali e isolati rispetto alla restante popolazione: casi del genere si intensificarono in seguito sotto la dominazione sabauda di Nizza e di Oneglia. Alla storia degli ebrei nella Liguria occidentale dall’Antichità ai giorni nostri ho, peraltro, dedicato in precedenza specifiche note. Qui mi limito a ricordare che i liguri, in particolare, nonostante i pregiudizi storici, hanno sempre contribuito nei secoli a tollerare o porre generosamente in salvo gli ebrei in fuga dalle persecuzioni e specialmente, da ultimo, dalla persecuzione nazista, anche tramite il trasporto marittimo: un esempio di tale umanità si registro’ negli anni Trenta del XX secolo, trovarono scampo nei porti liguri su navi dirette verso le Americhe e verso Levante molti poveri sventurati; da Oneglia non fu raro che trovassero imbarchi di fortuna e segretamente quei nuclei che non riuscivano a raggiungere la Francia, le cui autorità non vedevano di buon occhio il loro arrivo per timore di conseguenze politiche da parte della Germania. Si può ben dire, infine, che gli ebrei liguri non furono altro, in realtà, che veri e propri liguri come la nostra storia ci insegna per la comunità di intenti e di iniziative con l’elemento locale, confondendosi con le vicende della storia ligure e nazionale.
Casalino Pierluigi

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