GLI ENIGMI DI DE CHIRICO

GLI ENIGMI DI DE CHIRICO
Nel 1909 De Chirico in occasione di una visita a Firenze colse il rapporto tra gli oggetti e il loro profondo significato. Iniziò così il percorso creativo del pittore italiano, nato in Grecia e vissuto a Parigi, volto a rappresentare gli enigmi dell’esistenza. Dare forma ai sogni, alla solitudine, all’invisibile, per spingersi fino al cuore dell’inquietudine umana. Anticipatore di movimenti come il Dada, il Surrealismo, il Realismo Magico, il Neoromanticismo, De Chrico fu il precursore della grande stagione dell’arte del Novecento, fondando la sua opera sulla ricerca spasmodica dell’inesplicabile, nel tentativo di proporre il mondo arcano e affascinante dai rebus indecifrabili. Un susseguirsi di prospettive, di contesti spaziali inquietanti e poliedrici, da motivi esasperanti dal tratto metafisico, oltre che di fughe senza fine. Numerosi furono gli artisti che mutuarono da De Chirico la condizione silenziosa e cromatica della sua lezione espressiva. Max Ernst nel 1919, colpito dalle immagini dechirichiane, ne rielaborò il messaggio in chiave sperimentale e innovativa, mentre altri autori come René Magritte imitarono il maestro, raffigurando ciò che è dietro la materia. Magritte promosse, sulla scia di De Chirico, una rivoluzione dell’osservazione del mondo, grazie anche alle rivisitazioni di Nietzche, di Schopenhauer ed Eraclito. In occasione di una celebre conferenza tenutasi il 20 novembre 1938 ad Anversa, la cui esperienza fu segnata dal pittore italiano, Magritte esaltò il lavoro di De Chirico, capace di regalare “…una nuova visione nella quale lo spettatore ritrova il suo isolamento e intende il silenzio del mondo”. Morandi, Carrà, Savinio, Balthus e Breton interpretarono lo spirito di De Chirico. La lettura del fenomeno onirico e delle fantasie incontrollate che ne conseguono aprirono per l’arte del Novecento, grazie a De Chirico, nuovi orizzonti di notevole rilievo e spessore artistico, sempre più pervasi dalle nuove dimensioni dell’erotismo, degli spazi e delle paure. La sua celebre immagine del tempo fissata nell’istante in cui il treno entra nella stazione di Montparnasse costituisce uno dei più straordinari riferimenti dell’inesauribile mistero della vicenda umana in relazione al divenire delle cose. E nessuno meglio di De Chirico riuscì a tradurlo nella storia del’arte di ogni epoca. Casalino Pierluigi, 3.05.2010.