ORIGINI ARABE DELL’EUROPA MODERNA

ORIGINI ARABE DELL’EUROPA MODERNA
Muhammad ibn Abd al-Malik ibn Quzman nasce a Cordova nel 1078 ed è uno dei poeti arabo-andalusi più famosi, oltre che uno certamente dei più originali. Autore di poesia classica, ma anche di composizioni di contenuto e di forme innovative, soprattutto quelle delle zélejes. Caratteristica di tali composizioni è il tipo di linguaggio colloquiale, formulato secondo uno schema ritmico particolare: aaab cccb dddb, dove b fa rima ricorrendo a un costante ritornello di una o due linee. Una sorta di “muwashshah”. Lo stile di vita di Ibn Quzman è simile a quello dei trovatori provenzali, che sembra tuttavia ispirare. Il modo di vedere la vita e i suoi valori sono espressi dal poeta in questi melodiosi versi, unitamente ad un mix di idiomi, non escludendo, se pur occasionalmente, termini tratti da lingue romanze. Si manifestano così similitudini impressionanti tra stili e linguaggi diversi, tra l’arabo di Andalusia e il tardo vernacolo della lirica dei trovatori francesi e, sotto diversi aspetti, di altre aree romanze e non solo. Una raccolta importante dei poemi o “canzoniere” di Ibn Quzman è stata scoperta a San Pietroburgo nel 1881. Notevole è l’influenza esercitata sulla nascente lirica popolare in lingua romanza dal poeta arabo, sicuramente di sangue vandalo o visigoto, perché alto e biondo, come riferito dalle cronache del tempo. Analogamente a Ibn Hazm, altro esponente di rilievo della cultura araboandalusa, Ibn Quzman anticipa anche la grande stagione della mistica iberica, anche quella ebraico-sefardita di visionari e spiriti esoterici o cabalistici come Saadi Gaon, il filosofo Ibn Maimun, lo scrittore Ibn Zolfara e poi Leone l’Ebreo. La poesia mistica di San Giovanni della Croce e di Santa Teresa de Avila rivivono questa tradizione gloriosa. Al pari della filosofia di ibn Rushd (l’Averroè dei latini), che è la premessa ispiratrice di un grande filone del pensiero europeo, il Diwan di Ibn Quzman contribuisce a formare la tradizione letteraria europea, ma anche a creare quell’anima profonda del Vecchio Continente di cui siamo fieri. Casalino Pierluigi, 4.01.2010.