SANREMO 1920

SANREMO 1920
La Sanremo del 1920, intenta a curare le ferite della Prima Guerra Mondiale con balli e champagne, è teatro della controversa Conferenza internazionale che si svolge a Castello Devachan nei tiepidi giorni d’aprile. I giovani della buona borghesia fanno le prove della vita adulta. I ragazzi, appena tornati in Riviera dal fronte, mancano di ogni desiderio di iniziare una professione, vivono di rendita e cercano amanti più anziane. Le ragazze, cresciute in un ambiente dove il controllo sociale è labile, se pur “perbenista”, si concedono ai loro coetanei prima delle nozze, ma non hanno, nonostante l’istruzione e l’apparente libertà, altro destino in vista che non sia un solido matrimonio. Un mondo, quello della Sanremo di quei giorni, ricco del tono emotivo e degli odori – cipria, chiffon, sigarette e ancora fiumi di champagne – del Grande Gatsby e delle decadenti atmosfere dannunziane. Eco di un’ormai perduta “belle epoque”. E’ comunque la testimonianza di una gioventù disincantata, immagine di un’epoca di mezzo, stordita dalle prime sirene avanguardiste, dal tambureggiante mito della vittoria mutila e dalle seduzioni internazionaliste della rivoluzione bolscevica. E’ la rappresentazione di una società, che si muove nello scenario della pace persa dall’Italia, a causa dello sciupio dei crediti dei politici con gli Alleati. Una visione eccitata e confusa della vita, che si prepara ad interpretare gli anni della vigilia di un nuovo e spaventoso conflitto. Casalino Pierluigi, 4.08.2010.