La riorganizzazione militare sabauda e il ruolo di Oneglia

  1. L’ importanza di Oneglia, e dei suoi dintorni, come piazzaforte militare e centro fortificato (e soprattutto marittimo) risale, come spesso si è detto, ad epoche ingauno-liguri, romane, bizantine, longobarde, franche, genovesi e, da ultimo, in termini piu complessi, a quelle sabaude, dopo il passaggio della città e del suo circondario dalla locale famiglia Doria al Ducato di Savoia nel XVI secolo. Il ruolo di Oneglia come centro strategico si era, in realtà, rivelato già chiaramente dopo la ripresa seguita alla sua distruzione compiuta dai Saraceni nel X secolo: una distruzione che aveva, tra l’altro, indotto l’Occidente latino a reagire con veemenza per porre fine al dominio musulmano di Frassineto che di lì spingeva la sua minaccia verso il resto della Francia meridionale, verso tutta la Liguria, il Tirreno, la Corsica, la Sardegna e il Nord Italia. I conflitti intestini in seno alla Spagna musulmana mise, per fortuna, in crisi anche gli ulteriori tentativi di insidiare l’ Europa occidentale alla vigilia delle Crociate. L’antica Ripa Uneliae, borgo di pescatori che in ogni caso interagiva con le ville vicine, verrà citata con il nome di Unelia, anche come opportunità militare, in un trattato tra Albenga e Pisa nel 1145, E ciò prima del completamento della conquista genovese del Ponente ligure. La signoria dei Doria curò solo parzialmente il sistema delle fortificazioni di Oneglia. Bisognerà perciò attendere l’ avvento del dominio sabaudo nella zona nel 1576 per assistere ad una progressiva valorizzazione dell’apparato difensivo della città. I Savoia, per un certo periodo, riuscirono a districarsi tra la Francia e la Spagna, finché l’irrompere nel Mediterraneo della Corte di San Giacomo consentì al Ducato sabaudo di riscrivere le alleanze tradizionali, appoggiando la propria riorganizzazione militare e marittima alla nuova potenza britannica e prendendo da essa esempio non solo politico, ma anche tecnologico. Il passo verso il mare compiuto con il possesso di Oneglia promuoveva il ruolo del Ducato a potenza marittima, rafforzando la già avanzata posizione raggiunta circa due secoli prima con la dedizione dell’italianissima Nizza al potere sabaudo. La riorganizzazione in senso marittimo di Casa Savoia con il relativo ammodernamento della flotta è stato argomento di precedenti note: tuttavia recenti studi hanno gettato nuova luce sugli sforzi messi in atto da una potenza, come quella sabauda, che aveva svolto in passato un ruolo soprattutto terrestre e continentale, condizionata da Francia e Spagna. La scomodità di tale situazione si evidenziò spesso attraverso i tentativi di francesi e spagnoli di ridimensionare l’enclave sabaudo di Oneglia, più ancora della stessa Contea di Nizza, per soffocare l’emergere dello Stato piemontese come protagonista di prima grandezza della politica europea. La determinazione della popolazione della città, legata da un’ incrollabile fedeltà ai Savoia, e l’eroismo delle sue forze, unitamente alla brillantezza delle reiterate controffensive piemontesi, non lasciarono scampo, da un lato, agli attacchi dal mare dei francesi e alle loro irruzioni in direzione dell’ interno, e, dall’altro, alle insidie spagnole, che muovevano da Porto Maurizio, dove si concentravano pure le temibili milizie corse che Genova utilizzava nelle operazioni nell’Estremo Ponente ligure. Un processo questo dei Savoia, che andrà sviluppandosi da Emanuele Filiberto a Carlo Emanuele II. Un altro impegno militare sul mare nel corso del XVI, XVII e XVIII i Savoia lo misero in opera contro le scorrerie algerine che si fecero audaci lungo le coste liguri in genere. Se Genova riuscì a sbaragliare una spedizione algerina nella metà del XVIII secolo nelle acque di Sanremo, la flotta sabauda, dotata di naviglio veloce e ben armato, scompaginò le incursioni nordafricane e ne catturò molti equipaggi, destinandoli a lavori nelle strutture portuali di Oneglia, Nizza e Villafranca. Come si detto altra volta, si ebbe anche cura dell’assistenza spirituale dei prigionieri musulmani, ai quali furono concessi spazi dedicati a moschee. Circostanza che fu comune nel Genovesato, da Monaco a Sanremo, a Savona, e alla stessa Genova e analogamente negli altri avamposti marini minori dei Savoia intorno a Nizza. Il perfezionamento delle capacità combattive delle navi piemontesi duro’ per tutto il XVlII secolo, tanto che alla fine di quel secolo furono in grado di sostenere scontri più difficili. A Nizza, Villafranca e Oneglia trovarono riparo in quel periodo anche la flotta zarista russa e la nascente marina americana, entrambe entrate nel Mediterraneo. Con gli eventi rivoluzionari francesi della fine del XVIII secolo Oneglia subì nuovi attacchi francesi, ma questa volta la macchina bellica sabauda non riuscì a fermarli, nonostante la valorosa difesa
  2. Casalino Pierluigi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *